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giovedì 2 maggio 2013

fogliscritti by francesco: Ho deciso di REGALARE il mio Romanzo“Progetto UOMO...

fogliscritti by francesco: Ho deciso di REGALARE il mio Romanzo“Progetto UOMO...: Ho deciso di REGALARE il mio Romanzo “Progetto UOMO” a chi avrà voglia di leggerlo. Ne ho quindi fatto la versione Ebook che si trova ...
Ho deciso di REGALARE il mio Romanzo “Progetto UOMO” a chi avrà voglia di leggerlo.

Ne ho quindi fatto la versione Ebook che si trova direttamente cliccando il link qui sotto:


Siccome non è possibile venderlo “gratis” ho messo il prezzo più basso previsto – cioè 0,99 euro – dei quali a me non viene neanche un centesimo. Di più non posso fare, LEGGETELO, credo ne valga la pena! O almeno, così mi ha detto chi lo ha letto…

lunedì 16 luglio 2012


FRANCESCO GHERARDINI

Ho solo sessant’anni suonati, anzi quasi sessantadue! e nella mia vita ho fatto un sacco di cose diverse che mi hanno fatto girare un po’ dappertutto. Negli ultimi vent’anni ho avuto un ristorante a Firenze (Il Micio), e proprio lì – nei ritagli di tempo – ho finalmente cominciato a coltivare la mia passione di sempre: SCRIVERE...
Ora, che il ristorante l’ho venduto, sto scrivendo il mio quarto libro, che poi è la terza parte di una specie di “storia di Giovanni” dove – inizialmente – Giovanni ero io, ma nella quale, dal lato autobiografico sono uscito quasi subito. La prima cosa che avevo già scritto è il saggio “Massoneria quotidiana nel terzo millennio”, gli altri sono intitolati: “Tutt’a un tratto... m’è venuta sete!” e “...mai, per caso!”. La terza parte della storia, quella che sto scrivendo, s’intitola “Progetto uomo”. Se questo dovesse essere il titolo definitivo, probabilmente diventerà il titolo dell’intera opera, perché sono sempre più convinto che i tre racconti debbano formare un unico romanzo.
Per ora ho pubblicato tutto sul sito “ilmiolibro.it”, ma ora ho aperto questo Blog proprio per rendere partecipi quante più persone possibili di questi miei “divertissement”. Piano, piano, “posterò” tutto... e spero che – prima o poi – qualcuno gli dia un’occhiata e mi dia un parere. Mi farebbe anche piacere che qualcun altro “postasse” i suoi scritti, così da rendere la cosa reciproca.
Ciao, a presto, Francesco




TUTT’A UN TRATTO.... m’è venuta sete!

Vita di Giò/1 (semi-autobiografico). I primi cinquant’anni della vita di un uomo di oggi... un uomo qualsiasi ma con tante cose da raccontare, che a un certo punto si ferma a ricordare. Come sempre accade in questi casi... la sensazione è quella di divenire spettatore, di vedere non la nostra vita, ma una storia raccontata da un’altra persona. Sembra quasi di essere al cinema ed è difficile riconoscersi nello schermo in Cinemascope che, in realtà, non è nient’altro che l’interno della nostra testa. Ma è solo perchè non lo vogliamo fare, non è comodo, nè quasi mai piacevole. Pensateci... è successo sicuramente anche a ciascuno di voi.

Il racconto è suddiviso in 21 capitoli, dalla A alla Z, e questo sotto è l’indice.
Col prossimo post metterò il primo capitolo, e poi di seguito, tutti gli altri.
Buona lettura!

A    Dalla A alla Z
B    Giò
C    Christine
D    Diana
E    Stella
F    La Sardegna
G    Buggeru
H    Il Viuzzo
I     Firenze e dintorni
L    Vacanze
M   The Sixties
N   Quant’è bella giovinezza
O   Stellette
P    The Seventies
Q   L’altro mare
R   Il colore della morte
S   Fine di un’epoca
T   Anno sabbatico
Stella...Stellina
Mille più mille
Z   Dalla Z alla A

Potremmo fare della nostra
Vita un capolavoro d’arte
...quale che sia il nostro
punto di partenza.
Ma ci sarà sempre una…
‘Colei’ che regge il nostro filo,
quand’anche fosse solo...
nostra sorella Morte!
Sempre e comunque...
dedicato a tutte le Donne.


A     Dalla A alla Z

2000, estate. Un giorno, il giorno nel quale compiva cinquant’anni, si concesse un lusso che ultimamente si concedeva di rado.
Si fermò a parlare con sé stesso.
Da soli.
E insieme fecero una specie di bilancio.
Sapevano che la parte più lunga della loro vita era ormai già passata e avevano, anche, raggiunto la consapevolezza che Nostra Sorella avrebbe potuto bussare in uno qualsiasi dei momenti del loro futuro.
Ma un senso di soddisfazione si stava facendo prepotentemente strada: in qualsiasi momento avrebbero potuto affrontarla apertamente, con l’intima consapevolezza di avere comunque già vissuto, ma che quello che ancora doveva venire, tanto o poco che fosse, sarebbe stato comunque la parte migliore.
Infatti la speranza, o forse l’illusione più grande, che ci sorregge, è credere che il meglio debba ancora venire, anche se poi, come nel Sabato del villaggio di Leopardi, è proprio il giorno d’attesa della festa – il presente – a essere migliore della festa stessa, cioè del futuro.
Un’altra speranza, da sempre coltivata, stava però diventando quasi una muta supplica: che quando Nostra Sorella si fosse presentata a girare la clessidra, ciò avvenisse…
...tutt’a un tratto.


B     Giò

1950, estate. Tutt’a un tratto fu preso da una smania incontenibile e, nel dormiveglia, cercò di rigirarsi per sgranchire le gambe. Puntò i piedi, sgomitò, ma non c’era più lo spazio sufficiente e la sua irrequietezza aumentò di conseguenza. Stava spingendo perché qualcosa lo spingeva, anche se non aveva la benché minima idea di cosa sarebbe accaduto. Questa incertezza trasformò la smania in inquietudine e poi l’inquietudine in paura. Stava bene lì, non aveva alcuna voglia di cambiamenti, ma non riusciva a smettere di agitarsi e quasi gli venne voglia di piangere, ma ancora non lo sapeva fare...
‘Oddio, e adesso che succede?’ ...credette di pensare.
La donna sentì le pedate nello stomaco che, rimbalzando attraverso il diaframma, le tolsero il respiro e si svegliò di soprassalto...
‘Oddio, ci siamo!’
Il suo pensiero fu immediato, si svegliò prima di lei... ma un attimo dopo Caterina lo aveva raggiunto e aveva preso atto della situazione, con una certezza che solo raramente può essere così assoluta. Respirò profondamente per due o tre volte e, ormai perfettamente lucida, scosse il marito che dormiva ancora beatamente, senza ovviamente essersi accorto di niente...
«Enrico, Enrico, sveglia. Stavolta ci siamo.»
Seguirono alcuni momenti convulsi prima che anche lui si rendesse conto di ciò che stava accadendo… ma d’altronde era un uomo, e non poteva percepire certe sensazioni.
Insonnolito dal dormire bruscamente interrotto, ma svegliato in maniera quasi allucinogena dalla botta di adrenalina, Enrico fu mandato di corsa, sommariamente vestito – e meno male che era estate! Perché non si sarebbe accorto nemmeno di un inverno siberiano – a bussare alla porta di tre case più in là finché, tirata giù dal letto, un’altra donna prese per mano gli eventi.
Il suo briciolo di professionalità mise un po’ d’ordine. Adesso tutti, anche i nonni Nicola e Luisa, erano svegli e davano una mano, mettendo a disposizione tutto quello che serviva: acqua calda, disinfettante e asciugamani puliti.
Ma a questo punto il flashback si interrompe.
Del prima e del dopo sì, ma del momento assoluto non è consentito conservare il ricordo.
Il dopo iniziò con un pianto irrefrenabile, del quale è stato detto significhi tutto e il contrario di tutto. Perché è – sì – il meccanismo fisico tramite il quale si liberano i polmoni dal liquido per poter cominciare a respirar l’aria, ma anche – e soprattutto – lo sfogo di quella paura che pochissimo tempo prima gli aveva fatto venir voglia di piangere, quando ancora non lo sapeva fare.
Ma adesso basta piangere, stava facendo giorno e la luce filtrava dentro la stanza e dentro di lui, attraverso le tende della finestra e le sue palpebre, entrambe socchiuse.
Non c’era più niente da fare. Ormai era nato.
E dopo uno e dopo due quarti di secolo, quell’esperienza così personale Giovanni l’aveva rivissuta, e come padre e come nonno; e sempre più sentiva la necessità inevitabile di tramandare le sensazioni, uguali, che aveva sempre provato in prima, seconda o terza persona.
Non era un compito facile. Nemmeno con l’ausilio della tanta esperienza e della poca saggezza accumulate negli anni. Ma doveva provarci, perché la comprensione dei risvolti nascosti in quello che per troppe persone è solo un certificato anagrafico, l’atto di nascita, apre la strada per riuscire – forse – a comprendere i significati di un altro evento, del quale non sapeva se sarebbe stato consentito conservare il ricordo, dell’altro estremo di quell’arco di cerchio che è la vita terrena: della morte.
Ma procediamo con ordine... prima di ambire alla comprensione della morte, Giovanni doveva ancora cercare di dare un senso alla sua vita.