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lunedì 16 luglio 2012


Z     Dalla Z alla A

2000, estate. Un giorno, il giorno nel quale compiva cinquant’anni, si concesse un lusso che ultimamente si concedeva di rado.
Si fermò a parlare con sé stesso.
Da soli.
E insieme si misero a ripercorrere gli eventi, così, come gli tornavano alla mente...
tanto per fare una specie di bilancio.
Ma piano piano i ricordi presero il sopravvento e, con la placida forza di un grande fiume, cominciarono a scorrere per conto loro.
Giovanni si lasciò cullare da questo flusso continuo di ricordi, finché gli venne da chiedersi se tutto ciò che gli era successo, fosse vero.
Ma poi pensò che, in fondo, il vero è solo un altro aspetto, un altro punto di vista, del falso e che quindi, non ha alcun senso cercare fughe in avanti o indietro.
La vita è solamente un continuo viaggio verso l’incognito, nel quale c’è sempre qualcuno che ci precede e qualcuno che ci segue.
Ma, per quanto si possa correre o rallentare, non è mai possibile né raggiungere quelli davanti, né farsi riprendere da quelli dietro.
Dunque, la sola alternativa che gli restava era continuare il suo cammino, col passo di sempre.
Giovanni sorrise a questo pensiero, che gli consentiva di ragionare solo con la sua testa...
con consapevolezza ma senza rassegnazione.
Vedendolo sorridere Giovanni, che lo conosceva bene perché per tutta la vita gli aveva fatto da “voce narrante”, gli disse:
«Finalmente l’hai capito!» ...ma non gli spiegò cosa, e se ne andò.
D’ora in avanti, quello che aveva capito, Giovanni se lo sarebbe dovuto spiegare da solo.
E stavolta in prima persona!
Intanto, l’onda lunga dei ricordi che gli aveva fatto rivedere tanti personaggi che c’erano stati, c’erano o non c’erano più, gli fece nascere spontanea una domanda rivolta solo a sé stesso:
‘Ma sin qui, sono sempre stato da solo... o non lo sono stato mai?’
Forse era vera la seconda ipotesi.
Che però avrebbe anche significato che, oltre a non essere stato quasi mai solo, non era stato neanche veramente libero...
cosa molto importante da chiarire, ci avrebbe dovuto pensare con calma...
ma ora aveva, di nuovo, bisogno di muoversi.

«Tutt’a un tratto... m’è venuta sete!»

disse ad alta voce nella stanza vuota, per rompere l’improvviso silenzio che gli fischiava nelle orecchie. Allora si alzò scotendo la testa, accese l’ennesima sigaretta, e andò a cercare qualcosa da bere – magari un altro caffè e un’altra grappa – prima di andare a farsi una bella dormita...

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